La storia del Cane Corso è antichissima, ed ha accompagnato le vicende del nostro paese nei millenni.
Molti studiosi ritengono che già in passato esistevano due tipi di molossi in Italia: uno pesante ed uno leggero.
Il molosso pesante veniva utilizzato nella guerra, nei giochi del circo, nella custodia delle abitazioni e nelle fattorie ed è stato il progenitore dell’odierno Mastino Napoletano.
Il molosso leggero era adibito essenzialmente alla caccia alla selvaggina pericolosa ed alla conduzione e guardia dei bovini e suini nei pascoli ed è stato l’antenato del nastro Cane Corso.

 

       

 

Il Cane Corso trae le sue antiche origini dal canis pugnax antico molosso romano che accompagnava i Legionari nelle loro campagne di guerra e, per il suo coraggio e fedeltà , era tenuto in una considerazione non inferiore al soldato.
Dopo secoli di selezione dovuta alla dura vita nelle campagne meridionali rischiò la scomparsa a causa dell'ultimo evento bellico. Fortunatamente alcuni esemplari riuscirono a sopravvivere in particolare nelle masserie pugliesi dove furono custoditi gelosamente i migliori ceppi di sangue che conservavano intatte le caratteristiche morfologiche e caratteriali della razza e dai quali furono presi i soggetti per il recupero di questo superbo cane.
Il molosso italiano è sempre stato chiamato Cane Corso come evidenzia una vasta documentazione bibliografica. Per chi non conosce la razza può venire spontaneo il riferimento alla Corsica, ma diciamo subito che non c’entra per niente.

 

           

 

La parola Corso appartiene in esclusiva ad alcuni dialetti dell'Italia meridionale. Infatti Corsus è un antichissimo aggettivo provenzale che in italiano significa “Robusto” “rozzo, rustico” e che ancora oggi, nella parlata dialettale di molte zone del meridione, significa la stessa cosa.
Vi è chi pensa che la sua origina vada ricercata nella parola latina “cohors” o “cors”, quindi “corte”, decima parte di una legione, nel senso di cane delle coorti dei legionari ma “cohors” significa anche cortile del casolare, recinto e dunque cane adibito alla guardia delle fattorie.
Grazie alla sua versatilità , il Cane Corso è stato in passato utilizzato per una molteplicità di impieghi. E’ stato custode delle masserie, bovaro, fedele compagno dei carrettieri, guardia del corpo e cacciatore di grossa selvaggina (cinghiale, orso, lupo, ecc.).

 

           

 

Per descrivere il carattere di questo cane è particolarmente interessante in testo universitario di fine ottocento del Trecce, che dedica un intero capitolo al molosso italiano: “Non è disadatto alla guardia della mandria, avendo l'abilità di restituire alla calma anche il toro stizzito; approfitta del momento favorevole per addentarlo alla bocca, e allora lo lascia, quando ha la certezza che l'animale infuriato ceda alle sue imposizioni.